La ricerca sulle energie rinnovabili e l’interesse per la sostenibilità ambientale sono al centro del dibattito politico.
L’agrivoltaico si presenta come una soluzione innovativa e promettente rispetto alle coltivazione e ai terreni fotovoltaici tradizionali.
Questo approccio consente di coltivare il terreno e, contemporaneamente, di generare energia elettrica ed è sostenuto dalle nuove disposizioni del Decreto Agricoltura del maggio 2024, che è una novità nella regolamentazione del fotovoltaico sui terreni agricoli in tutta Italia.
Il potenziale dell’agrivoltaico
Grazie all’agrivoltaico è possibile produrre energia elettrica mantenendo una coltivazione diretta dei terreni.
Inoltre questi impianti sono concepiti per adattarsi al paesaggio agricolo e sono installazioni a due metri dal suolo, che consentono al terreno di ricevere la luce solare e le piogge in modo naturale, mantenendo quindi la vitalità del terreno e la produttività delle piante coltivate nei campi.
Inoltre, l’agrivoltaico presenta vantaggi economici significativi per gli agricoltori, che possono vendere l’elettricità prodotta.
Questo tipo di impianto offre nuove fonti di occupazione alle aziende agricole e può contribuire alla sicurezza finanziaria delle aziende stesse.
Agrivoltaico e contesto normativo
Il Decreto Agricoltura nasce a seguito di discussioni intense tra le autorità governative e i rappresentanti del settore delle energie rinnovabili.
Da un lato, il governo deve garantire che il Paese raggiunga i suoi obiettivi in materia di energia rinnovabile entro il 2030; dall’altro, è fondamentale proteggere i terreni agricoli per salvaguardare la sovranità alimentare e preservare il paesaggio rurale.
Di conseguenza, il legislatore si muove in una direzione che può adempiere entrambi gli obiettivi. L’agrivoltaico, infatti, offre la possibilità di coltivare il terreno e produrre elettricità, rendendo facile l’utilizzo delle terre agricole per produrre energia elettrica.
Cosa prevede il provvedimento
Il provvedimento vieta che i terreni agricoli siano trasformati in soli impianti fotovoltaici al fine di contrastare la tendenza che si sta sviluppando di trasformare in modo indiscriminato le aree destinate alla produzione agricola in aree destinate alla produzione di energia.
Nonostante questo divieto il legislatore ha previsto eccezioni significative, riconoscendo il valore dell’agrivoltaico.
I sistemi agrivoltatici sono progettati per ridurre l’uso del suolo posizionando i pannelli su pali che permettono alle attività agricole sottostanti di continuare. Non solo consente di mantenere la produzione agricola, ma favorisce il moltiplicarsi delle fonti di reddito degli agricoltori.
Un altro aspetto rilevante del decreto riguarda la possibilità di effettuare interventi di revamping, cioè rifacimento e potenziamento di impianti esistenti, a patto che non si crei un incremento dell’area occupata.
Questa clausola è fondamentale per permettere un aggiornamento degli impianti energetici e una maggiore efficienza energetica senza ulteriormente compromettere il suolo agricolo.
Impatto sulle procedure autorizzative
Le normative introdotte dal Decreto Agricoltura influenzano le procedure autorizzative per gli impianti fotovoltaici.
Il decreto prevede una semplificazione significativa o, in alcuni casi, l’eliminazione totale dell’autorizzazione per gli impianti di piccole dimensioni, riducendo la burocrazia e i tempi d’attesa.
Per imprese di maggiori dimensioni, invece, c’è un’unica autorizzazione che comporta anche una “VIA”, Valutazione di Impatto Ambientale, in modo che eventuali impatti sull’area siano veramente valutati e mitigati.
Attualmente in Italia ci sono più di 80 gigawatt di progetti fotovoltaici in fase di autorizzazione, che insieme a nuovi progetti possono arrivare a rappresentare una parte significante degli obiettivi energetici europei per il 2030.
Il successo di questi progetti dipende esclusivamente da quanto le autorità possono condurre efficacemente queste autorizzazione, proteggendo al tempo stesso le risorse naturali e agricole.
Le motivazioni del Decreto Agricoltura
Le motivazioni dietro al Decreto Agricoltura riguardano la protezione del settore agricolo, poiché il cibo è un bene primario e i terreni sono preziosi anche come conservazione del paesaggio rurale.
Con questo decreto si vuole quindi assicurare che queste terre siano sempre destinate a produzione alimentare e non convertite tutte insieme a terreno per energie.
Un’altra motivazione importante è la lotta al fenomeno del “fotovoltaico selvaggio”: il ricorso a impianti fotovoltaici senza un controllo puntuale che rispondesse all’aumento reale di fabbisogno di energia.
Tale pratica ha innescato preoccupazioni a livello ambientale e sociale, in quanto la presenza di numerosi impianti costruiti in fretta e furia senza considerare gli impatti a livello territoriale e sociale ha portato a danni ambientali e allo sfruttamento della popolazione residente vicina.
Il decreto risponde a queste preoccupazione ponendo maggiore regolamentazione e pianificazione delle installazioni.
In breve
Il Decreto Agricoltura si pone come obiettivo l’equilibrio tra lo sviluppo delle energie rinnovabili e la necessità di mantenere la superficie agricola attiva.
L’agrivoltaico in particolar modo si pone come una soluzione al problema, che riunisce entrambe le aree. In un contesto sempre più orientato verso la sostenibilità, è importante capire che l’energia rinnovabile è il futuro, e l’agrivoltaico ne è parte.
Esortiamo dunque i lettori a prendere una decisione informata circa le opportunità offerte dall’agrivoltaico e a capire come questa tecnologia possa consentire di pensare ad un futuro più sicuro e prospero.
La transizione alle energie rinnovabili è già in atto, e l’agrivoltaico è una delle vie più promettenti possibili per procedere insieme alla protezione delle risorse agricole e naturali.